Writer’s Tips – Impariamo a recensire un racconto

Salve, lettori del Diario,

in questi giorni sono finalmente usciti i giudizi della prima fase del torneo Ioscrittore, edizione 2024.

Anche quest’anno non sono passato alla seconda fase e, anche quest’anno, leggere i giudizi ricevuti mi ha lasciato addosso un senso di inadeguatezza e di sconforto.

Ho già raccontato in un articolo precedente di alcune frasi che non sopporto e che, puntualmente, ho ritrovato anche nei giudizi di quest’anno.

E, come ogni anno, in me sorge la domanda: ma chi partecipa al torneo ha la vaga idea di come si debba recensire un incipit e/o un romanzo?

Inizio a sospettare di no, francamente, e trovo che la cosa sia decisamente preoccupante. Come si può pensare di essere onestamente critici verso la propria opera, se non sappiamo esserlo verso quella di un perfetto sconosciuto?

Per tutti questi motivi, in questo articolo vorrei proporvi la mia personale interpretazione dei parametri di giudizio proposti dal torneo, indicando per ognuno come dovrebbero essere utilizzati, per lo meno da quello che ho capito io.

Tenete presente che ad ognuna delle quattro voci va dato un giudizio, da Ottimo a Insufficiente, e un voto numerico da 0 a 10.

Ovviamente la sufficienza sarebbe 6, ma non metterei la mano sul fuoco che ogni partecipante l’abbia compreso…

Trama e stile

La trama è un concetto incredibilmente semplice: è la storia che viene raccontata.

Lo stile è come la storia è scritta e come l’autore sa raccontare la storia.

Dare un voto a questa categoria equivale a dire: la storia che ho letto ha un senso? Mi ha interessato? Mi ha fatto venire voglia di leggerla?

Non va indicato se la storia è piaciuta oppure no, ma solo ed esclusivamente se questa è ben strutturata e raccontata in modo corretto.

Se la trama ha dei buchi o se chi la racconta lo fa in modo da rendere la lettura un supplizio, allora è giusto dare un voto basso.

Personaggi e Ambientazione

Senza i personaggi, protagonisti, antagonisti e secondari, la trama non potrebbe e non dovrebbe svilupparsi. Sono loro i veri attori che portano avanti l’azione.

L’ambientazione è invece il luogo e il tempo dove i personaggi agiscono.

Giudicare i personaggi non è mai semplice: ce ne sono troppi e di troppi tipi.

Un modo per esprimere un giudizio imparziale è chiedersi: il protagonista della storia è cambiato? Oppure la storia è scivolata su di lui, senza che lui sia stato effettivamente necessario? L’antagonista è il classico cattivo che vuole conquistare il mondo? E se sì: perché? I personaggi secondari sono solo dei nomi oppure hanno a loro volta un minimo di caratterizzazione?

Ricordatevi inoltre che e che spesso, per osservare un cambiamento o per capire un personaggio e le sue motivazioni, potrebbero volerci diversi capitoli, non deve accadere tutto nell’incipit!

Altra cosa da tenere bene a mente è che non tutti i personaggi devono per forza risultare simpatici. Alcuni dei migliori che ho incontrato nelle mie letture erano davvero degli infami, ma erano i personaggi giusti per quel tipo di racconto.

Anche l’ambientazione dovrebbe essere giudicata solo una volta letta l’intera storia. Senza una visione d’insieme non si può sapere se vi sia coerenza in tutti gli elementi proposti, oppure se in diversi punti della storia ci sono elementi in contrasto tra di loro che la rendono poco verosimile.

Anche in questo caso, sempre meglio astenersi dall’esprimere giudizi sul fatto che ci sia piaciuta meno, ma limitarsi a valutarne l’efficacia narrativa.

Grammatica e Ortografia

Qui, lettori, spesso e volentieri mi metto le mani nei capelli.

So che trovare una grammatica e un’ortografia perfette è quasi impossibile, perciò molto raramente io stesso do il massimo dei voti.

Tuttavia, un conto è valutare l’utilizzo più o meno efficace della grammatica italiana, ovvero se le frasi sono costruite in maniera corretta e le parole utilizzate in modo consono alla loro natura, un altro è mettersi beceramente a contare gli errori commessi da chi scrive.

Se, infatti, l’utilizzo di forme sbagliate in maniera ripetuta è chiaro indizio di un errore o di una convinzione errata di chi sta scrivendo, il che dovrebbe influenzare negativamente il voto, gli errori di battitura o piccoli refusi non dovrebbero farlo.

Questi, infatti, verranno corretti in seguito e TUTTI i testi li contengono.

Se ogni volta venissero conteggiati come errori in un dettato, nessuno di noi avrebbe più di quattro in questa categoria, fidatevi.

E poi ci sono le espressioni dialettali…

I Lombardi usano l’articolo prima dei nomi (ho incontrato il Bianchi mentre tornavo a casa); i Calabresi usano alcuni verbi in modo fantasioso (ho sceso le birre in cantina); i Siciliani utilizzano termini tipici del loro dialetto che a qualcuno potrebbero sembrare retrogradi (la mia femmina sa quale sia il suo posto)

Sono corretti? Non lo sono? In questo caso è assolutamente necessario valutare il contesto in cui sono utilizzati.

Se, ad esempio, sono usate in un discorso diretto da alcuni personaggi ci possono stare (un militare Lombardo della seconda guerra mondiale che parla tenderà a usare l’articolo, perché da dove proviene tutti lo fanno), se usato in una descrizione, allora meglio evitarle.

Innovazione e Originalità

E qui, cari lettori, si apre un mondo, anzi, un multiverso.

Di mio mi ritengo un lettore abbastanza vorace e onnivoro, ma nemmeno io posso affermare di conoscere tutto quello che è stato o viene pubblicato. Ne consegue che la mia idea apparentemente super originale potrebbe assomigliare a qualcosa che già c’è, ma di cui io potrei non esserne assolutamente a conoscenza.

Vedi, per esempio, il titolo provvisorio del romanzo con cui partecipo al torneo, che è lo stesso di un gioco di carte online di cui non ero assolutamente a conoscenza. Il fatto che nel romanzo si parli, appunto, di un gioco di carte è solo una coincidenza, non so dire quanto i due giochi siano simili, ma sicuramente non saranno uno la copia dell’altro, a meno di un’altra, enorme coincidenza!

Per dare il giudizio più corretto possibile a questa categoria, quello che mi domando ad ogni recensione è: quello che ho letto ha uno spunto interessante che non è mai stato sviluppato? Oppure è l’ennesima copia del romanzo attualmente in auge?

Come sapete, nell’editoria italiana c’è stato il periodo dei draghi, quello dei vampiri, quello dei maghi, quello dei cacciatori di tesori, dei professori risolvi misteri e così via.

Se la trama coinvolge uno di questi elementi, il rischio è di proporre qualcosa di già visto e letto. Ma resta un rischio, non bisogna bocciare un’idea solo perché è simile a qualcosa già visto.

Cercate quindi di dare un voto in base a quello che il romanzo vi ha trasmesso, senza paragonarlo per forza a qualcosa già pubblicato. Se non vi sentite sicuri, date il beneficio del dubbio e assegnate un voto medio-alto, saranno poi gli editori a valutare se sia un libro papabile per la pubblicazione.

Oltre ai giudizi e ai voti numerici, il concorso prevede ance un breve commento, che l’autore potrà leggere. (Mentre i voti e i giudizi restano segreti)

E qui, miei amati/odiati recensori, vi scongiuro; potete scrivere semplicemente quali sono i punti di forza e quali i punti deboli di ciò che avete letto?

Evitate di essere criptici, cercando di non offendere l’autore; non fate un elenco degli errori che avete riscontrato; non dite che il romanzo o l’incipit vi è piaciuto o no o se lo ritenete o meno degno di essere pubblicato.

Non siete VOI a doverlo stabilire, sono gli EDITORI. Voi dovete aiutare gli altri concorrenti a migliorare le loro opere!

Semplicemente prendete i giudizi che avete dato e traduceteli in parole.

Il commento serve all’autore per capire su cosa puntare del suo romanzo e cosa deve ancora sistemare perché non funziona. Se deve rompersi la testa per tradurre frasi arzigogolate, piene di politically correct, allora non riuscirà mai a raggiungere il suo obbiettivo!

E con questo, cari lettori, per oggi è tutto. Scusate lo sfogo, ma non vi nascondo che, nonostante io cerchi sempre di essere umile e accettare i consigli e le critiche che mi vengono rivolti, a volte è davvero frustrante ricevere sempre gli stessi commenti dopo aver riscritto le stesse trenta pagine almeno trenta volte!

Ci aggiorniamo al prossimo articolo di consigli per la scrittura!

Un saluto errabondo,

Il Viandante Nero

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